Gli anni a cavallo tra le Olimpiadi di Atlanta ‘96 e quelle di Sydney ’00 saranno gli anni in cui la Russia seminerà il campo di gara, pronto ad accogliere negli anni a venire la grande Zarina della ginnastica ritmica, Alina Kabaeva, che rivoluzionerà il modo di fare ginnastica, continuando quello che in parte aveva iniziato la sua connazionale Yana Batyrshina: ginnaste flessibilissime sia di gambe che di schiena, che spingono il loro corpo verso limiti più vicini all’arte circense del contorsionismo che alla ginnastica.
Kabaeva debutta sulla pedana mondiale ai Campionati del Mondo di Osaka nel 1999, dove appena sedicenne, si impone subito su ginnaste molto più esperte di lei come Elena Vitrichenko e Evgenia Pavlina. Un debutto folgorante il suo che, ad un anno dalle Olimpiadi, la mostra agli occhi di tutti come la futura campionessa olimpica. In questo mondiale inoltre avremo il miglior piazzamento mai ottenuto da una ginnasta italiana nella competizione all-around grazie alla brillante performance di Susanna Marchesi.
Ma prima di arrivare a Sydney, la nostra storia farà tappa a Saragozza, dove durante la 17esima edizione dei Campionati Europei, va in scena uno dei peggiori scandali della storia della ritmica internazionale: a farne le spese l’ucraina Elena Vitrichenko, presa di mira da alcuni giudici che hanno sottostimato i suoi esercizi, su indicazione dell’head coach ucraina Irina Deriugina (anch’ella in giuria), che voleva dimostrare a tutti i costi la superiorità delle atlete provenienti dalla sua scuola in vista della qualificazione olimpica. I sei giudici saranno sospesi per un anno ma per molti anni a venire, l’ombra dell’imparzialità di giudizio offuscherà le competizioni di ginnastica.
Ai Giochi Olimpici la Russia arriva da grande favorita, forte delle medaglie conquistate dalla Zarina Kabaeva, che dopo aver ottenuto il primo posto in fase di qualificazione, durante la finale inciampa letteralmente nel cerchio, spedendolo fuori pedana e regalando così la vittoria alla compagna di squadra Yulia Barsukova. Una vittoria pur sempre meritatissima perché parliamo di una ginnasta matura ed elegante, molto lontana dallo stile “Alina” ma capace di regalare emozioni grazie ad esercizi ben costruiti sulla musica. Memorabile la palla sulle note del Cigno del “Carnevale degli animali” di Saint-Saëns, che le valse il titolo di Miss Bolshoi Theater. Medaglia di bronzo per la bielorussa Yulia Raskina, che dopo il suo ritiro parteciperà, insieme ad un’altra olimpionica di Sydney, Tamara Yerofeeva (UKR) ad una tournée del Cirque du Soleil.
Alina Kabaeva si dovrà accontentare della medaglia di bronzo e negli anni a seguire, per cancellare l’onta di questa sconfitta, sarà un continuo rincorrere il metallo più prezioso con vittorie più o meno meritate.
Il 2001 sarà segnato da un altro scandalo per la ginnastica, che per la prima volta affronterà lo spauracchio del doping: Alina Kabaeva ed Irina Tchatchina vengono private delle medaglie vinte durante i Mondiali di Madrid dopo essere state trovate positive alla furosemide, un diuretico incluso nella classe S5 di una lista di farmaci vietati dalla Agenzia Anti-Doping mondiale, in quanto il suo utilizzo potrebbe risultare finalizzato a mascherare il ricorso ad altri farmaci dopanti. In realtà è molto più probabile che le ginnaste lo abbiano utilizzato per perdere peso velocemente in vista delle gare. Verranno private di ben 18 medaglie vinte nei vari tornei e dei titoli di Campionesse europee e mondiali, oltre alla squalifica di un anno e l’obbligo di sottoporsi a regolari controlli anti-doping.
Kabaeva tornerà a vincere il titolo mondiale nel 2003, ma il popolo degli appassionati della ritmica in questi anni non sempre sarà d’accordo con i punteggi assegnateli dalle giure: la Zarina appare spesso fuori forma e il suo carisma non sempre riesce a mascherare gli errori e c’è da ammettere anche che il maneggio degli attrezzi non è mai stato il suo punto forte!
Spesso sul podio del cuore di tutte noi, c’era l’unico ed inimitabile Cigno della Ginnastica Ritmica: Anna Bessonova.
Hai già letto l’articolo precedente sulla Storia della Ritmica Gli anni ’90 la ginnastica ritmica è nel pieno della sua maturit?