Dunque parlavamo di yoga. E di come me ne sono innamorata.
Inizio dicendo che dopo aver conosciuto lo yoga ho capito che ne dovevo fare qualcosa, ho capito che era molto di più di una pratica fisica, era qualcosa di intimo e spirituale, che anche ora faccio fatica a spiegare a parole.
Quando qualcuno mi chiede cos’è lo yoga rispondo che è sì, un’antichissima disciplina, ma che è prima di tutto un percorso personale.
Fare yoga non vuol dire andare in palestra una volta alla settimana. Vuol dire far entrare nella propria vita gli insegnamenti che lo yoga ci porta.
Lo sapevate che, secondo gli antichi scritti, prima delle asana, vale a dire prima della pratica fisica, vengono le regole su come ci comportiamo verso ciò che ci circonda e verso noi stessi (Yama e Nyama)?
Questo è solo un esempio per dire che lo yoga è più uno stile di vita che un’attività che una persona fa una volta ogni tanto.
Ma iniziamo a spiegare un po’ di teoria dello Yoga. Yoga deriva dal sanscrito yuj che significa unione. Unione con il Divino, unione di mente e corpo, unione di tutti i pensieri che si focalizzano su un unico qui-e-ora, unione di tutte le parti del corpo che lavorano armonicamente, unione tra utile e dilettevole (lo yoga oltre a piacermi mi fa anche stare bene!), unione tra me e gli altri.
Sicuramente lo Yoga mi ha aiutata a trovare (beh ok, non sempre… diciamo a volte) una unione con me stessa. Ho imparato a conoscermi, ad ascoltarmi, ad avere cura di me, ad acuire la mia sensibilità verso ciò che succedeva dentro di me, sia a livello corporeo che emotivo.
Avendo fatto danza fin da piccola, il mio corpo era snodato quindi non avevo difficoltà nella maggior parte posizioni. Scoprii invece di avere moltissimi altri limiti che non avevo immaginato prima!
La pratica yoga ha messo in luce aspetti di me che mi passavano inosservati (o nascondevo eheh), tipo che tendo ad essere impaziente e troppo competitiva (fino a farmi male) con me stessa. A poco a poco ho imparato ad accettare gli insegnamenti che il mio corpo mi dava, e le critiche costruttive dei maestri che ho incontrato sulla mia strada, cercando di migliorarmi con dedizione e rispetto per me stessa anziché impuntarmi. Non è facile stare sul percorso senza andare fuori strada ogni tanto, considerando che la vita è piena di impegni, stress, doveri, arrabbiature, emozioni, stanchezza, urgenze, sensi di colpa, momenti di panico.
Ma arriva un momento in cui sei tu, la musica, il tappetino e nient’altro.
E lì capisci che nonostante tutta la frenesia “fuori”, in quel momento hai ritrovato il tuo yoga, la tua unione.