Avventure sportive come questa possono avere solo due epiloghi: la gloria o la disfatta totale. A questo pensavo in pullman, sulla via infinita che da Bibione ci stava portando a Lubiana (Slovenia) con una lentezza spaventosa.
E sì, perché per una serie di sfortunate coincidenze siamo dovute partire dopo le 9.30, con super traffico, e dopo che la sera prima mezza squadra ha dovuto dormire per terra, su materassini, dopo che il residence dove avremmo dovuto soggiornare aveva deciso di non aspettare il nostro arrivo nonostante fosse avvertito.
Solo questo? Ovviamente no.
Siamo arrivate stanche e stressate alla partenza, con il pullman che ha cancellato la prenotazione una settimana prima (…), con problemi di vario tipo che ci hanno tenute occupate e soprattutto la ciliegina sulla torta…
A 10 giorni dalla finale Europea di cui vi sto raccontando una nostra flyer (la MIA flyer per essere precisi) ha subito un infortunio che l’ha costretta allo stop: per noi è significato cambiare alcune cose della routine in 2 allenamenti. Ma una grande squadra si vede nei momenti di difficoltà, così ci siamo unite e abbiamo deciso che avremmo dato tutto, e di più.
Ma torniamo al momento X, quello in cui senti il clamore della folla fuori, in cui hai un po’ paura a guardare le tue compagne perchè temi di vedere nei loro occhi la stessa ansia che provi tu, ma poi le guardi ugualmente perchè essere una squadra è condividere anche questo.
Nella zona riscaldamento avevamo visto le nostre avversarie, di grande valore, ma lì eravamo solo noi.
Una volta in pedana siamo state accolte da un grande tifo che non scorderò mai “ITALIA! ITALIA! ITALIA!”.
Tutto il resto sono i 2 minuti e mezzo in cui abbiamo dato tutto, in una routine non certo perfetta, ma pulita e piena di emozione.
Una difficoltà dopo l’altra siamo arrivate alla fine, certe che nulla era caduto e superato l’ultimo ostacolo siamo esplose in grida di emozione e gioia.
Gli abbracci, le lacrime, la felicità che sono venuti dopo sono il momento sportivo più bello della mia vita. E’ questo che penso.
Siamo uscite di pedana (e abbiamo finalmente potuto rilassarci!) consapevoli di aver dato tutto e sicure di noi stesse.Quando è arrivato il momento delle classifiche la stanchezza era forte, e a ogni categoria premiata sempre più pressante.
Finalmente però hanno chiamato Senior Cheerleading All Girl Level 5… Agli Europei funziona che chiamano tre squadre tra le partecipanti della categoria ad alzarsi, e posizionarsi davanti al podio, dove poi viene letta la classifica dal terzo al primo posto.
“Milano Cheers”
L’hanno detto subito, siamo state le prime ad essere chiamate, mentre tutte per mano ci siamo alzate, siamo sul podio, siamo tra le prime tre squadre in Europa!!
Immaginate quando non siamo state chiamate come terze… Da lì inizia il nuovo momento migliore della mia vita sportiva!!
Sapevamo che il primo posto non era alla portata ma arrivare seconde era oltre ogni aspettativa!
Ho alzato quella coppa enorme, e tutte insieme abbiamo cantato con orgoglio l’inno di Mameli che ha risuonato per la squadra prima classificata, le Wildcats, anche loro italiane.
Ancora oggi a rivedere quelle fotografie stento quasi a crederci, eppure è tutto vero.
Un sogno diventato realtà che mai avrei creduto possibile, e invece questo dimostra che niente è impossibile!