Se stai apprestandoti a leggere quest’articolo, magari pensando tra te e te “Massì, potrei davvero cominciare a correre! Vorrei proprio capire cosa provano quegli esagitati che vanno in giro vestiti come controfigure di Catherine Zeta Jones in Entrapment, che vanno a zonzo senza sosta per chilometri e chilometri”, io ti dico di pensarci.
Pensaci bene, davvero. Perché diventerà tutto bellissimo. Ma complicato. Ma anche bellissimo.
Ti dico subito cosa non diventerà: facile. Meno faticoso, magari, ma quando saranno le cinque di mattina – l’unico orario libero che hai nella giornata, magari – e dovrai alzarti dal letto per il tuo allenamento quotidiano, ricorderai le mie parole: non esistono le fatine del podismo, che ti vestiranno come per incanto e porteranno le tue terga fuori dal letto. Dovrai mantenere la stessa forza, e la stessa identica determinazione che hai adesso, che ti stai infilando per la prima volta le tue scarpette nuove, e con la tua bella playlist scaricata da Spotify (“Campioni in dieci uscite”, ehm no, scordatelo) nelle orecchie, esci in direzione parco. Oppure, caso opposto: non hai mai pensato alla corsa, e quei fissati in ciclisti fluo sui bordi della strada ti fanno – anche giustamente – ribrezzo.
Io corro, incredibile ma vero, da quasi quattro anni. Io, che faccio uno dei lavori più sedentari del mondo (a tempo pieno, peraltro). Io, che alle medie in educazione fisica avevo una C politica, e che non calzavo scarpe da ginnastica più o meno dalle superiori. Io che, dall’oggi al domani, ho corso prima cinque minuti tutti di fila, poi mezz’ora, poi un’ora. Sono arrivata a correre per due ore e venti, in Costiera Amalfitana, in una trenta chilometri tutta salite e con le unghie dei piedi che saltavano una ad una (ah, altra cosa. Le podiste hanno unghie dei piedi orrende. Lo smalto nero, o rosso scuro, diventerà il tuo migliore amico, d’estate.) Felice, come in pochi momenti della mia vita. Come quando, per esempio, sono riuscita ad aggiudicarmi un paio di Le Silla da sogno all’85% di sconto (per dire, le mie priorità).
Oggi sono qui per dirti perché, tutto sommato, una chance alla corsa la dovresti dare: perché è dannatamente, inspiegabilmente, divertente. Perché impari a conoscere la tua città, i tuoi luoghi di villeggiatura, in un modo completamente diverso. Perché acquisti resistenza, da spendere nuotando, camminando per la città o anche nelle “volate” in cui tutti noi ci lanciamo quando il nostro autobus sta per partire senza di noi. Perché il tuo sedere ti ringrazierà, e potrai davvero concederti – QUASI – più di un peccato di gola alla settimana.
Sono tante le ragioni per le quali cominciare, ma altrettante quelle per le quali molti abbandonano dopo poche uscite. Vediamo, in breve, alcuni dei principali deterrenti alla corsa, e le obiezioni che, dopo un po’ di anni, e tanto sudore, mi sento di poterti lanciare.
“Ma non ce la faccio!”
Obiezione: Guarda un po’. Ti svelo un segreto. Nessuno ce la fa all’inizio, a meno che non sia Talitha figlia del Vento. Correre non vuol dire allontanarsi di un passo dalla propria Comfort Zone. Correre significa prendere armi e bagagli, lanciarli di peso oltre il confine del Quello che farei se proprio volessi punirmi, e procedere a grandi falcate (ma solo se si è più allenati) verso la dimensione del “Sai, tutto sommato a me piace soffrire”. Sudore, sudore ovunque. I capelli sulla faccia. E quei polmoni, dio, che sembrano uscire dal petto. Per non parlare della milza, che sembra ritorcersi su se stessa.
Per i polmoni, basta un minimo di costanza, e parlo proprio di un minimo: non solo non è necessario strafare, è proprio sconsigliato. Per farti capire, io ho cominciato alternando UN MINUTO (sì, proprio un minuto) di corsa e due minuti di camminata (per farti capire meglio, ti metto qui il link di quegli stramitici di Runlovers).
Con tre allenamenti a settimana – cercando di saltare il meno possibile, e recuperando eventuali uscite perse – sono arrivata a correre per un’ora di fila dopo circa tre mesi. Ti sembra un periodo troppo lungo? Ovviamente dipende se sei già allenata, o se stai per cominciare: starà a te ascoltare il tuo corpo, e capire se te la senti o meno di bruciare le tappe. Io non lo consiglio, in ogni caso: allenamenti troppo duri, soprattutto all’inizio, ti metteranno eccessivamente al tappeto, minando la tua motivazione. Dirai a te stessa “La corsa non è fatta per me!”, e potresti abbandonare: sarebbe davvero un peccato.
Dammi retta, e datti tempo (tanto, nel frattempo, dimagrisci e tonifichi comunque).
“Sì, ma sudo!”
Obiezione: È inevitabile sudare, il tuo corpo sta facendo quello che deve per mantenersi alla giusta temperatura. Tuttavia, siccome non siamo più negli anni ’70, e siamo tutti consapevoli che sudare di più non fa dimagrire (ma solo collassare), ti dico solo due parole: abbigliamento tecnico. Lo so, probabilmente all’inizio ti sentirai una cretina bardata alla Marcel Marceau style (per non parlare di quei leggins impietosi, che urlerebbero LIPOSUZIONEEE! anche a Bianca Balti), ma fidati: il cotone non va bene, ti si gelerebbe addosso alla prima sosta. I tessuti tecnici trattengono il calore, ma lasciano traspirare la pelle: l’ideale per chi fa attività fisica all’esterno!
Altro dettaglio, non trascurabile: correndo sentirai circa 10 gradi in più della temperatura reale. Evita, quindi, di vestirti troppo pesante.
“Uffa, ma mi annoio!”
Obiezione: Ci può stare. Potresti anche correre per mesi senza divertirti mai (ma non ci credo che possa avvenire). Ti faccio una confessione da psicologa: di solito, ci annoiamo quando facciamo cose per motivazioni estranee dalle nostre reali convinzioni (le cosiddette “motivazioni estrinseche”). Corro perché mi hanno detto che fa bene. Corro perché oggi va di moda. Corro perché dovrei dimagrire. Ti rendi conto di quanto sarà difficile allontanarti dal divano, se non credi in quello che fai? (una cosa faticosa, peraltro. Ricordiamolo). Perché la motivazione duri nel tempo, è meglio ricorrere a motivazioni intrinseche: le cose che fai per te, per il tuo piacere. Corro perché voglio migliorarmi. Corro perché passo ore al pc, e voglio respirare aria fresca. Corro perché – che cavolo! – voglio stare un’ora sola coi miei pensieri. Meglio, vero?
Ad un certo punto, ti troverai a dire, senza capire perché “Corro perché mi diverto”, e sarà bellissimo: nel frattempo, puoi ricorrere a piccoli trucchi, come la tua musica preferita, o correre in compagnia.
E se, alla fine, la corsa non arrivasse mai a piacerti? Nessuna paura! Come ci ricordano le fantastiche ragazze di Vertige, ci sono mille altri sport da provare!
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