Stare a testa in giù o almeno provarci è diventata una vera e propria mission e quindi da brava milanese cerco di non farmi sfuggire gli appuntamenti più appetitosi che la nostra città offre. E come farsi scappare quello con Sylvia Garcia, insegnante di yoga e guru londinese degli handstand che si è addirittura formata con il circo e con i suoi acrobati?
Pronti via! Il workshop è ospitata da Paola Stropeni presso il suo Yoga&More di porta Venezia, come sempre accogliente verso chi lo raggiunge speranzoso. Qui incontro Sylvia Garcia, francese di nascita con padre di Gibilterra ora naturalizzata londinese, un grande sorriso e gli occhi dolci, l’aria sognante, il corpo morbido che poi improvvisamente ti stupisce mostrando tutta la sua forza. Mentre lei fa evoluzioni, che per la maggior parte di noi umani sono semplicemente impensabili, il suo sguardo sembra dire: “Facile no?”, e tu lo ricambi e quasi quasi le credi, cominci a pensare che forse sia possibile anche per te. Poi ci provi, non ti sollevi di un centimetro, ci riprovi e ottieni lo stesso risultato. A quel punto pensi che magari ci potrai riuscire a sollevarti in una verticale perfetta… certo però non oggi!
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In attesa di quel giorno (che arriverà ne sono sicura) ho intervistato per voi Sylvia cercando di carpire alcuni segreti per il perfetto handstand…
Sylvia come ti sei innamorata delle verticali?
Pratico yoga da 15 anni e ho incontrato per la prima volta gli handstand 5 o 6 anni fa e li ho trovati subito molto divertenti, non so perché ma è andata così! Certo però è dura.
Credi che chiunque possa imparare a fare le verticali?
Certo, dipende dal tempo che hai da dedicare alla pratica e dalla forma del tuo corpo e dalla tua ossatura. Il fisico può renderti più o meno avvantaggiato, ma con la pratica ce la possono fare tutti. Certo qualcuno dovrà sudare di più per ottenere dei risultati.
Qual’e’ il punto d’incontro tra yoga, filosofia e acrobatica?
Sai non devono essere la stessa cosa ma possono tranquillamente coesistere, io li amo tutti! In particolare la parte acrobatica richiede così tanta concentrazione da assorbirmi completamente, è un momento in cui ci sono solo io, la forma che sto assumendo, la concentrazione e nient’altro. Con l’acrobatica riesco davvero a connettermi con il presente, con il fatto di essere li in quel preciso momento. Quando faccio yoga, magari praticando posizioni consolidate che rientrano da anni nella mia routine è più frequente che la mia mente si distragga e si allontani. Con gli handstand è diverso, devi mantenere il focus.
Altrimenti cadi!
Esatto! Non posso dire che sotto ci sia un discorso filosofico o una connessione spirituale profonda. Non è che gli handstand mi facciano e capire chi sono, lo faccio semplicemente perché mi piace farlo, mi piace muovermi e lo faccio. Probabilmente l’effetto collaterale del fatto che mi piacciano così tanto gli handstand è che pratico molto..
Suggerimenti per principianti?
La prima cosa importante sicuramente è l’estensione delle braccia, vanno allungate molto in alto, in modo che la parte superiore delle braccia copra le orecchie, bisogna arrivare ad un’estensione completa. La seconda è chiudere la gabbia toracica in, in modo che il busto sia veramente eretto, infatti normalmente chi pratica yoga tende ad aprire maggiormente il petto e ad assumere una posa anche esteticamente più armonica ma questo per gli handstand non funziona. Le parole chiave sono: Arms up, rib in and breathe. (braccia in alto, gabbia toracica in dentro e respirare). Infatti molto spesso la gente quando si mette testa in giù dimentica di respirare e poi il risultato è che quando esce dalla posizione è affannata e paonazza. Qui come nello yoga bisogna sempre ricordarsi di respirare.
Tu hai imparato alcune tecniche anche da acrobati del circo, vero?
Uno dei miei handstand coach è stato nel circo, si è esibito per più di 10 anni, infatti l’allineamento che io seguo viene dall’acrobatica del circo e ho anche imparato alcuni skills da circo, piccoli trucchi ma solo per divertimento, qualcosa in cui mi esibisco ma non insegno. Questo dipende anche dal fatto che sono piccola e quindi è facile prendermi e gli acrobati lavorano più volentieri con persone piccole di statura.
Inversioni e handstand ti hanno cambiato in qualcosa?
Non sono sicura che sia cambiato il mio modo di pensare ma sicuramente sono cambiate le mie foto quando vado in vacanza! Adesso invece delle pose sorridenti sono solo handstand. E’ semplicemente quello che mi piace fare e mi piace insegnare. Queste pratiche infondono molto timore nelle persone, si ha paura, e io adoro vedere i miei allievi nel momento in cui smettono di avere paura e capiscono di riuscire a fare la posizione, è emozionante! Io personalmente mi sono allenata molto negli handstand, sono caduta spesso, ho studiato le tecniche per non cadere e imparare le posizioni corrette. Ora desidero condividere tutto quello che ho imparato con i miei studenti.
Cosa diresti a chi si abbatte perché non ottiene il risultato sperato?
La cosa principale è continuare a divertirsi, certo queste tecniche sono veramente difficili e nei momenti di frustrazione è fondamentale riconnettersi con la parte di divertimento, riportarla a galla. Il mio motto è:
IF IT WORKS IT’S COOL, IF IT DOESN’T IT’S COOL ANYWAY!
(se ci riesco è forte, se non ci riesco è forte lo stesso)
Ma quindi tu pensi che ce la possa fare anche io?
Yes, just believe you can do it!
Grazie Sylvia, che fai apparire tutto possibile, certo non semplice ma raggiungibile.
Io ti credo anzi I believe I can do it!