Arrampico per avvicinarmi alle stelle
Ci sono delle settimane difficili, incastrate in anni difficili, che appartengono a vite difficili. Ci sono guerriere instancabili, che attraversano vite difficili, e dal lunedì mattina al venerdì non mollano mai, sapendo che il sabato o la domenica saranno un pochino più vicine alle stelle.
Io faccio parte di quel gruppo di persone che per forza o per necessità vive la settimana dietro un computer. No ferie, no gite. No lavoro, no party. Non l’ho scelto, la vita ha scelto per me, sono mamma e il mio dovere è di regalare sogni al mio bimbo. Per cui, ben venga la fatica. Ma, dicevo, in questo mondo frenetico, ci sarà pure il modo per imporre la concentrazione su un singolo dettaglio, per liberare la mente dai pensieri continui e concentrarsi solo sul movimento che si sta facendo in quel preciso istante.
Ho trovato la mia nemesi iniziando a scalare. Ci avevo già provato, da ragazza, ma le motivazioni non erano quelle corrette, ed era stato un fallimento. Volevo farlo per adeguarmi alle amicizie, per partecipare ad un attività in compagnia. No, per scalare ci vuole una motivazione che parte da dentro, dallo stomaco, e non ti molla fino a che non senti il freddo di quella stronza di catena sotto le mani.
Richiede concentrazione, l’arrampicata
E così è stato. Arrampico per salire e avvicinarmi alle stelle, per avere 10 minuti della mia giornata in cui l’unico pensiero nella mia testa è: dove metto il piede/mano.
Ho iniziato in palestra, purtroppo in città non ci sono alternative. Una palestra che per me è diventata la seconda casa Rockspot Nordovest, dove vado per staccare il pensiero da tutto.
Non è necessario comprare subito l’attrezzatura
Se si inzia da una palestra, c’è la possibilità di noleggiare imbrago corda e scarpette. Se si inizia in falesia (palestre di roccia attrezzate ma naturali), conviene noleggiare imbrago e scarpette e farsi accompagnare da chi pratica da diverso tempo.
La cosa più affascinante, e passatemi il termine, romantica, è che si arrampica sempre in coppia. Non esiste solitudine, quando si arrampica. L’arrampicata diventa una danza di movimenti sincronizzati tra chi sta a terra ad assicurare e chi sale.
La primissima cosa da imparare è come assicurare il compagno, che deve essere sempre in condizione di poter cadere senza ferirsi.
Cosa serve per arrampicare
I materiali necessari ad una coppia di arrampicatori in falesia sono:
- due imbraghi
- due paia di scarpette
- un autobloccante (grigri2 o clickup)
- un moschettone a ghiera
- una corda
- almeno 10-15 rinvii
Io utilizzo un imbrago Camp Jasper, ben imbottito e ottimo sia per falesia che per vie in ambiente, e Camp anche la corda e il moschettone.
Rinvii e scarpette Millet, e secondo paio di scarpette La Sportiva.
Come metodo di assicurazione utilizzo il clickup, e non il grigri, sebbene l’abbia provato, perché essendo un oggetto più spartano e meno tecnologico lo trovo più semplice e immediato. Ci sono diverse scuole di pensiero ad ogni modo, e ci sono ragioni valide per utilizzare sia l’uno che l’altro. La difficoltà maggiore con il grigri è dare corda a chi arrampica in modo fluido, mentre molto comoda è la calata che avviene semplicemente tirando una leva.
La difficoltà maggiore con il clickup invece è proprio la calata, che viene gestita con la mano inclinando più o meno l’attrezzo, mentre semplicissimo è dare corda, in quanto scorre da sola senza bloccarsi.
Infine, la parte più importante per arrampicare in sicurezza è proprio la nostra testa. Concentrazione e attenzione ai movimenti ci terranno sempre al sicuro. Mai troppa spavalderia, e il giusto rispetto per la natura e per la montagna.
Forza vertiger! Per aspera ad astra!