E poi un giorno ti ritrovi su un 6b.
Su cosa? Un 6b. E cosa sarebbe? Una sigla, che determina la difficoltà della parete di arrampicata che si decide di scalare.
I gradi vanno:
- dal terzo: parete inclinata non completamente verticale e con appigli e appoggi comodi e visibili;
- al nono: parete liscia e scalabile forse da due o tre persone al mondo, con inclinazione e strampiombi che richiedono equilibrio, tecnica impeccabile e forza nelle braccia.
Più comunemente quando si inizia a scalare i gradi che si superano con maggiore facilità sono i quarti e i quinto. Mentre dal sesto si inizia a dover utilizzare tecnica e muscoli. Le lettere sono a, b e c, sono suffissi dei numeri e identificano un grado più semplice (a) o più complesso (b, c).
Al Melloblocco, il più grande festival di bouldering e arrampicata, mi sono ritrovata su un 6b
Ma facciamo qualche passo indietro.
Partenza al mattino presto, il nostro nutrito gruppetto di 3 giovani donne intraprendenti e 2 bimbi si dirige verso la Val Masino e Val di Mello, per partecipare all’evento di boulder internazionale più famoso d’europa: Melloblocco.
Grandi nomi dell’arrampicata, sassisti italiani e stranieri, semplici appassionati e affermati professionisti, per quattro giorni tutti insieme su sassi e pareti senza altro pensiero che darsi il turno per salire.
Per vivere appieno l’evento è consigliabile fermarsi almeno una notte, in modo da potersi godere la Val Masino, Sasso Remenno e poi visitare la Val di Mello, dai paesaggi incantevoli e fiabeschi.
Grandi marchi d’arrampicata partecipano, mettendo a disposizione di noi comuni mortali la loro attrezzatura, da testare e valutare sul campo.
Prima tappa le scarpette da arrampicata
Ho avuto il piacere e la fortuna di testare le scarpette Vapor di Scarpa, nonostante la delusione di essermi persa le nuove Chimera, perché siamo arrivate un po’ lunghe in mattinata. Ottimo grip, e una calzata diversa da La Sportiva e Millet, che fino ad ora ho utilizzato. Molto più avvolgente, per la forma del mio piede era perfettamente adeguata: il rapporto dolore/performance era il più adatto fino ad ora testato. Si dice sempre che la scarpetta deve far male. Non sono d’accordo, la scarpetta deve permettere al piede sensibilità, questo si, ma l’esagerazione nel dolore a mio parere rischia di penalizzare, soprattutto nei principianti, la concentrazione nei movimenti.
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Come vestirsi? Il mio total look Wild Country
Ho sempre scalato in tuta o leggings. Insomma l’eleganza è altro da me. Canotte larghe, magliette strappate, per me l’arrampicata era wild selvaggia. Guardandomi intorno però ho notato diverse categorie di persone.
- chi è selvaggio, come ho sempre fatto io;
- chi sfoggia capi ipertecnici, che io rovinerei in tempo zero con una bella grattata sulla roccia;
- chi veste abbigliamento comodo ma curato e con un occhio anche all’estetica.
Per una volta non ero selvaggia. Potremmo definirla “la scoperta del jeans in parete”. Devo ringraziare in questo caso Wild Country, marchio che si occupa di abbigliamento per arrampicata che mi ha permesso di testare alcuni loro capi, tra cui un paio di jeans di cui mi sono innamorata i Women’s Precision: larghi al punto giusto, che skinny mentre si scala proprio non si può, con i rinforzi dove servono e tessuto elastico che ti permette di fare qualunque movimento. Ho evitato incredibilmente abrasioni e grattuggiate varie, con buona pace delle mie ginocchia.
Stesso dicasi per la felpa, praticamente indistruttibile anche per il fatto che è in un tessuto tecnico strano ed originalissimo che prende vita dal riciclo dei fondi di caffè di Starbucks e 7-Eleven.
Ma quindi questa parete 6b?
Torniamo dunque sul 6b. Siamo in parete, le guide alpine della Val di mello ci aiutano e ci forniscono l’attrezzatura per salire. Ma bastasse l’attrezzatura per andare fino in cima!! E si che era Petzl, quindi un marchio una garanzia, ma ragazzi, miracoli non ne fa! Braccia, gambe e chi si ferma è perduto! Io solitamente mi piazzo serenamente su un quinto grado… ma il sesto… il sesto era un miraggio, un obiettivo, un test per me stessa e le mie forze.
Ho detto 5 o 6 volte prima di salire “non ce la farò mai”
Ma una cosa nell’arrampicata è sempre valida: non smettere di sognare, non smettere di provare, non smettere di crederci. Perché tutte noi possiamo farcela…. se poi una guida alpina ti aiuta ancora di più!
La mitica (e bravissima climber) Tatiana e blogger sul sito www.cordadoppia.it, che ci ha accompagnato per tutta la giornata alla scoperta di Sasso Remenno e della Val Masino, ci incoraggiava e ci spronava a non arrenderci, e la guida alpina che ci assicurava alla corda ci dava indicazioni aiutandoci nei momenti di maggiore difficoltà.
È stata un’occasione unica per testare e superare i nostri limiti, e per ricordarci che siamo donne, mamme, fidanzate, lavoratrici… ma la nostra anima sognante non deve mai smettere di guidarci nelle nostre piccole, grandi imprese.
Ci vediamo su instagram con l’hashtag #vertiger da usare per raccontare le tue piccole e grandi avventure.