La mia app per registrare gli allenamenti dice che ho corso 144km nell’ultimo mese e mezzo, per un totale di 5.732mt di dislivello.
Ho impiegato 25 ore e 19 minuti per preparare questa gara. Sono uscita 44 volte ad allenarmi, e 4 volte ho fatto percorsi di Vertical, ovvero in salite quasi verticali.
Ho affrontato una gara tosta, la Faro Vertical Challenge di cui ti parlo in questo articolo, per capire cosa significa avere a che fare con atleti agonisti, e ho lavorato su me stessa.
Sulla paura di non farcela, di arrivare all’obiettivo, di non essere “abbastanza”. Credo di averlo ripetuto mille volte, soprattutto nell’intervista video che mi ha fatto Dynafit, di cui sono Ambassador per questa gara, in cui descrivo le mie impressioni e le mie sensazioni sul percorso dopo averlo provato.
E oggi invece, a vedere quei numeri, sono orgogliosa.
Sono orgogliosa dell’impegno che ci ho messo, delle volte che sono uscita a correre anche se ero stanca, pioveva o faceva freddo, del recupero dopo le ripetute, della velocità acquistata sugli allunghi. Delle volte che ho sbagliato passo, che ho peggiorato i tempi, che non ho rispettato i lenti. Perché tutto mi è servito.
A non mollare, a capire che per preparare una gara seria ci si deve fidare del proprio allenatore e seguire le indicazioni, anche quando si vorrebbe fare tutt’altro.
Ho imparato la costanza, la volontà, la fatica, e a volte il “non ce la faccio più”… e scoprire che invece ce la si fa ancora.
Ormai, come si dice, quel che è fatto è fatto. Sono a riposo fino a venerdì.
Ho seguito tutte le giornate di allenamento che mi ha dato Simone Eydallin, il mio coach in questo progetto con Dynafit. Ne ho saltate forse un paio perchè ero in pre/post gara Faro Vertical Challenge, non di più. E’ stata dura, durissima, ma la mia vittoria è questa. È non aver mollato fino alla fine, aver completato tutto l’allenamento nonostante gli impegni, il meteo, la stanchezza dopo una giornata di lavoro, le mille scuse che ogni sera avrei potuto trovare.
E venerdì è il grande giorno della Limone Extreme Vertical. L’obiettivo è stare sotto all’ottimistico tempo di 1 ora e 20 minuti che Simone Eydallin mi ha dato credendo in me.
L’emozione è tanta, ma non è più paura, è voglia di correre!