Ho una seconda casa. Non sono le mie montagne, purtroppo, per quelle serve un incrocio di fattori astronomici ed astrologici e un’ottimale ionizzazione dell’atmosfera. Si va quando si può, insomma.
La mia seconda casa è una palestra di arrampicata, Rockspot Nordovest, a Pero in provincia di Milano, che fa della plastica ruvida in svariate forme il suo elemento principale.
In tanti mi chiedono perché l’arrampicata?
Di solito le passioni nascono con noi, le abbiamo nel sangue fin da piccoli, le pratichiamo e diventiamo più o meno bravi, e poi ce le teniamo come momenti di evasione dalla quotidianità. Io no.
Io da piccola pattinavo sul ghiaccio. Ora arrampico, corro in montagna e scio. Ho compreso una parte di me nascosta, ho trovato ciò che mi dà felicità e gioia. È stato un cammino di scoperta iniziato nel 2016, alla veneranda età di 35 anni, con un corso base di arrampicata.
L’arrampicata è uno sport che coinvolge i muscoli e i pensieri
E io ho bisogno di allenare soprattutto la mente. Allenarla a NON pensare. A NON stressarsi. A NON deprimersi analizzando tutte le difficoltà che io, come ognuna di noi, devo affrontare ogni giorno: problemi economici, problemi familiari, problemi di salute, ognuna ha i suoi, e le donne spesso se ne addossano molti, finendo per risultarne schiacciate e facendo fatica a sorreggerne il peso.
L’arrampicata ti costringe a NON pensare al resto, perché l’unico pensiero su cui puoi concentrarti è “dove cavolo metto la mano per non crollare miseramente a terra”. La concentrazione che si ha mentre si arrampica è unica, perché nasce dall’istinto di sopravvivenza, e non dal gesto atletico. Ed ecco che iniziando ad arrampicare ho iniziato ad allenarmi a fermare i pensieri, a concentrarmi sul presente, su quello che sto facendo, a godermi la salita, ad emozionarmi all’arrivo in cima.
Che quando la catena è nelle tue mani, neanche il martello di Thor.
Questo sport ti aiuta a guardare il mondo da un’altra prospettiva, a trovare un momento di stop, in cui si entra in una dimensione parallela dove la quotidianità, per brevi istanti, sparisce. Non risolve i problemi, semplicemente ti concede un attimo per recuperare le forze per affrontarli in seguito.
Ho preferito sottolineare l’aspetto psicologico, piuttosto che quello fisico, perché quest’ultimo credo sia scontato: coordinazione, muscolatura ed elasticità delle giunture sono solo alcuni dei vantaggi che questo sport può regalare se praticato con regolarità, ma l’aiuto mentale che dà credo che sia unico, e che non si possa immaginare se non lo si sente raccontare da chi l’ha vissuto.
Ho portato diverse ragazze, amiche, ad arrampicare. Per qualcuna è nato un amore, per qualcun’altra è stato un momento piacevole, per qualcun’altra ancora un modo per superare i propri limiti. Ma tutte, tutte, mentre erano con me in palestra sorridevano.
Questo credo sia il valore più grande.