Una disciplina sportiva non si impara in poco tempo. Non ci si improvvisa campioni e non si vincono gare solo perché ci si è allenati un po’ di più.
La vittoria, l’obbiettivo finale, è sempre con sé stessi. Mai con gli altri. Almeno per me. È sempre una sfida personale, che va affrontata e vinta soprattutto mentalmente.
Quello che ho capito è che lo sport assomiglia in modo pericolosamente incredibile alla vita umana. È fatto di mille componenti… Fatica, gioia, sofferenza, soddisfazione, dolore fisico, felicità. E la curva con cui queste emozioni si alternano è una sinusoide affidata alla sorte, alla forza di volontà, e ai “colpi di fortuna”.
- Ci si allena per mesi, e poi si perde tutto per la più insignificante sciocchezza.
- Ci si allena per mesi, e si può arrivare anche ultimi.
- Ci si allena per mesi, e forse poi si fa un buon tempo.
Credo che ci sia però una chiave che permette di andare avanti, nello sport come nella vita, ed è la pazienza.
Per me l’ultima gara, la Tulot Vertical Up – Pinzolo, gara di “corsa” in verticale (900 metri di dislivello) su neve, di cui racconto la preparazione in quest’articolo, ha segnato il vero inizio delle mie avventure, perché finalmente ho raggiunto l’obbiettivo di tempo che inseguivo da mesi.
In ogni progetto seguito fino ad ora ho messo tutta me stessa e tutto il mio cuore. Ma serve esperienza per progredire, serve una guida, serve imparare qualcosa in più ogni volta.
Ho finalmente raggiunto quel tempo che sognavo ad ottobre. Ed è stato un weekend magico. La partenza in notturna con mille luci sulla neve, la salita con il rumore ritmico della telecabina e il silenzio ovattato dell’inverno. L’arrivo con le persone a cui voglio bene ad aspettarmi, l’ultima salita fatta con la mia nipotina che mi incitava a non fermarmi. La gioia immensa di avercela fatta, dopo tanta fatica. Perché i risultati, prima o poi, arrivano. Bisogna solo avere il coraggio di crederci, e di non mollare per la fretta di riuscirci subito. Il tempo e l’allenamento costante daranno i loro frutti, a ognuno secondo i suoi tempi e le sue caratteristiche.
Ogni fallimento è un mattoncino che costruisce la nostra esperienza, e ogni successo è la benzina che ci permette di andare avanti. Entrambi sono necessari. Entrambi fanno parte della vita di ognuno di noi, come del praticare sport.