Lucia è una #vertiger di quelle speciali. L’abbiamo voluta incontrare perché ha portato il mermaiding il corso da sirena nella scuola di nuoto dove insegna, ma soprattutto perché ha affrontato la sfida di cambiare vita per seguire una propria passione: lo sport, anzi il movimento.
Ciao Lucia, finalmente riusciamo a sentirci. Per prima cosa siamo curiosissime di capire come hai introdotto il mermaiding in una scuola di nuoto.
All’inizio mi ero convinta che non sarebbe stata una cosa che in Italia potesse essere compresa, poi un giorno ho deciso di portare la coda a lezione… è stato un successo. Mai fermarsi al limite convenzionale insomma. Chiaramente per le bimbe è un modo di giocare e prendere confidenza con l’acqua ma è anche un modo per passare loro il messaggio che possono avere la libertà di scegliere chi vogliono essere, senza restrizioni esterne.
Che poi è il riassunto della tua esperienza, cambiare completamente vita da avvocato penalista allo sport.
Si, la sfida più grande è stata vincere le aspettative, ribaltarle e scoprire che forse il punto è non avere alcun tipo di aspettativa.
Da avvocato penalista tendevo a farmi carico di tutte le problematiche delle persone con cui interagivo, è un lavoro che va fatto con il giusto distacco e non con la carica empatica che invece mi caratterizza. Ho provato quindi a passare alla carriera da notaio civile, immaginando fosse più leggera da questo punto di vista. Qui invece mi sono scontrata con una richiesta di impegno totalizzante, che significava lasciare da parte definitivamente la mia passione per lo sport e per il movimento.
Non c’era spazio per entrambe le vite, è stato un aut aut
Percepivo il mondo che stavo vivendo come arido, avevo bisogno di qualcos’altro. La persona che mi ha costretta a scegliere, il notaio per cui lavoravo, ha fatto la cosa più importante che potesse fare per la mia vita. Grazie a lui ho dovuto accettare il mio modo di sentirmi realizzata, che non era per me quello “canonico” del lavoro di ufficio o del ruolo definito e riconosciuto. Dall’esterno se sei donna, hai 30 anni, il mondo si aspetta che farai figli e ti sia già costruita una situazione stabile… non puoi cambiare lavoro!
Come hanno reagito le persone intorno a te?
Non tutti intorno a me hanno capito la mia scelta, e anche oggi a distanza di cinque anni faticano. Ci sono stati quei pochi però che mi hanno sempre assecondata e sostenuta, “pochi ma tanti”.
Sono stata invece io ad essere vicino a me stessa, ho imparato a seguire la mia verità, non quella esterna che a volte confondiamo con la nostra. Il lavoro in studio mi aveva spento dentro, con la danza ho ricominciato a sentire.
Mi racconti della scoperta della danza come opportunità di ricerca su se stessi?
Una volta lasciato il lavoro da notaio, ho ripreso ad allenarmi sia in acqua, rinnovando i brevetti con la federazione italiana nuoto, sia appunto con la danza. Ho fatto un’esperienza molto intensa con la scuola estiva con la compagnia Kataklò, riuscendo a nutrire sia l’esigenza di ricerca del mio corpo attraverso lo studio di tecniche artistiche, sia la parte più spirituale analizzando cosa provoca il movimento sulla parte emotiva. Tutti possono danzare, in questo senso. Certo, c’è chi è più portato, ma la danza come mezzo per arrivare a se stessi è davvero per tutti.
Il movimento ma anche il respiro sono legati a ciò che abbiamo dentro
L’apnea è una condizione che assumiamo in situazioni di paura, in realtà il controllo del respiro anche attraverso tecniche di pranaiama, creano invece un canale di comunicazione tra il movimento del corpo e la nostra interiorità. Tutte le mie lezioni iniziano infatti con un’attenzione particolare alla respirazione. Grazie a questo tipo di ricerca e alla formazione continua anche con vari aspetti dello yoga (uno su tutti è lo Yin Yoga), sto portando avanti un progetto che ha come obiettivo l’adattamento dello yoga ai ballerini professionisti.
Ascoltarsi, accettarsi, accettare il cambiamento
Grazie a questo percorso ho scoperto un mondo dentro di me, la mia vera essenza. Ho imparato a rispettare i limiti del mio corpo, a conoscere l’effetto del movimento sulle mie emozioni, a entrare in contatto con questo mio lato interiore attraverso il respiro. E questo mi ha dato il coraggio di disegnare intorno la mia nuova realtà.
Lucia Natale è una formatrice certificata nel movimento attraverso le discipline acquatiche e tersicoree. Insegnante di yoga e trainer di pranayama per la performance artistica e sportiva, la trovate a Torino per lezioni di terra e in acqua.
Su instagram è lucynatale83, su facebook potete cercare il DanzaAcqua Lab. e rimanere affascinati dalle code di sirene.