Ho immaginato una cima. Ho immaginato una salita di 10 km. Ho immaginato il profilo delle creste che si disegnavano nel cielo. Ho immaginato di correre, camminare e non fermarmi fino a raggiungere la vetta, e toccare l’azzurro con un dito. Ho immaginato poi di lasciar amdare le gambe in discesa, sentire l’aria sul viso, e non fermarmi per altri 10 km.
Ho provato. Ho rincorso quella cima, ho percorso quel sentiero, ho continuato a camminare fino alle creste, e mi sono resa conto che è tutto molto diverso da come si immagina.
Lo skyrunning è spettacolo, certamente, ma è anche tanta, tanta e ancora tanta fatica.
E come tale va affrontata e gestita. L’allenamento è importante, il materiale che si utilizza può far la differenza, ma c’è un particolare che spesso si trascura per pigrizia o semplicemente perché non si realizza di averne bisogno: l’integrazione di sali minerali, liquidi e vitamine prima, durante e dopo lo sforzo.
Io per prima non ho mai considerato importante assumere integratori, mi sembrava che l’acqua fosse sufficiente, inoltre alcuni prodotti utilizzati in passato mi avevano provocato reflusso e grossi problemi di stomaco. A tutto questo si aggiunge che essendo celiaca è difficilissimo trovare integratori adatti alle mie esigenze.
Fino a che un giorno il destino mi ha fatto incontrare Pegaso. È un’azienda di Verona che si occupa di integrazione per sport di endurance (resistenza su lunghi percorsi).
È il caso di dire che gli integratori hanno cambiato il mio modo di affrontare una gara.
Mi è piaciuto tanto il loro punto di vista, “C’è un altro modo di stare bene”, unito alla loro politica di sostenibilità che condivido appieno. Inoltre è la prima linea di prodotti totalmente gluten-free che trovo. E come dicevo, non è una banalità.
In gara la tendenza classica dell’integrazione è creare lo sprint momentaneo, dare una botta di benzina, alzare i battiti (solitamente con caffeina o guaranà) per permettere di intensificare lo sforzo. Anche qui per me era problematica la faccenda: soffrendo di reflusso la caffeina per me è nociva, per cui non riuscivo a giustificare il costo – beneficio dei prodotti che provavo.
Per la mia ultima skyrace, la Stava Mountain Race, 24km per 1770 mt di dislivello, di cui parlo in questo articolo, ho usato invece Sprint4Win, un gel liquido (quindi stracomodo da bere) senza caffeina né guaranà, ma che basa il suo funzionamento su estratti naturali che stimolano la reazione dell’organismo a situazioni di stress alzando la soglia della fatica. Inoltre oltre al rilascio energetico immediato attiva il metabolismo energetico per avere anche energia a lungo termine.
E… nessun problema di reflusso registrato!
Per completare al meglio la preparazione mi sono affidata al nutrizionista biologo dell’azienda, che mi ha fornito un piano di integrazione che comprendeva le 2 settimane precedenti la gara, in cui ho riequilibrato i livelli acido-basici del corpo e ho incrementato l’attività anabolica ripristinando la massa muscolare grazie ad amminoacidi essenziali, e i 3 giorni successivi alla gara per il recupero.
Il resto è storia. Ho chiuso la mia prima skyrace nel tempo limite, ho realizzato il mio sogno, e cosa più importante di tutte, sono stata bene. Prima, durante, e dopo.