Un anno.
Un anno di lavoro, di fatica, di emozioni, di delusioni, di successi.
Un anno di ansie, di paure e quel mal di gambe che proprio non se ne vuole andare.
Una ragazza in difficoltà diventa Vertiger. Una Vertiger diventa Donna4skyrace.
Ho raccontato mille volte questa storia, ma ancora mi emoziono a ripeterla.
Non sono nata skyrunner, nè tantomeno runner comune. Io non correvo. Mai. Piuttosto prendevo qualsiasi altro mezzo di trasporto. Ma avevo due grandi passioni. Camminare, e la montagna. Io andavo su è giù per le Dolomiti anche per ore, l’importante era non aumentare troppo l’andatura perché odiavo quella sensazione di affanno tipica di chi non ha mai corso.
Ma la vita aveva per me in serbo un cammino diverso, e, come spesso accade, totalmente differente dai miei programmi.
Cinque anni fa avevo in mente la mia famiglia, crescere il mio bimbo di 3 anni, pensare ad altri figli (ho sempre amato le famiglie numerose), godermi la mia casa, forse riprendere un cane, che il nostro era morto da poco.
Ma nel giro di un mese, forse due, tutto è cambiato. Mi sono trovata da sola, con lo stesso bimbo di 3 anni che aveva bisogno di me, senza un lavoro e col cuore spezzato. Ero in un tunnel buio, che sembrava non finire mai. Ogni pensiero era doloroso, ogni abitudine diventava odio, e semplicemente scivolavo sempre più giù.
Il mio inizio da Vertiger
Poi la svolta. Ho iniziato a scrivere e a buttare fuori le mie emozioni, e questo mi ha cambiato la vita e mi ha rilanciato full time nel mondo dello sport. Ero, e sono, una Vertiger. Ho iniziato da qualche metro di corsa al parco dietro casa. Lo sforzo e la fatica mi hanno obbligato a rivedere il mio discutibile modo di alimentarmi, e un giorno dopo l’altro, un metro dopo l’altro, ho iniziato a camminare più veloce, a corricchiare, e infine l’anno scorso a partecipare ad un progetto che ha portato persone comuni come me a provare a correre nella prova più estrema di Vertical e Skyrunning (corsa in montagna), a Limone sul Garda (leggi l’articolo relativo all’esperienza dello scorso anno).
Con solo un mese di allenamento è stata un disastro..ma grazie a quel fallimento ho fatto conoscenza con lo sport che mi ha rapito il cuore.
E allora ho deciso di allenarmi e iniziare a correre davvero, per vedere se potevo farcela.
Ho attraversato momenti difficili, in cui avrei voluto mollare, in cui ogni esercizio era un fallimento, in cui ho pensato non ce la farò mai. Ho attraversato momenti meravigliosi, come le lacrime di gioia quando ho tagliato il traguardo della mia prima skyrace (leggi l’articolo sulla Stava Mountain Race).
Il mio traguardo da Donna4Skyrace
Non ho mai mollato. E ieri l’epilogo di questa folle e meravigliosa stagione di sentieri, creste e rocce: ho corso la Limone Skyrunning Extreme 10km.
Una corsa tecnica, dove si affrontano circa 1000 metri di dislivello su terreni poco stabili, rocce e sentieri in costa. Un panorama unico. E finalmente ho corso davvero, mi sono divertita, son stata nel gruppo e ho dato tutta me stessa.
Un’altra gara, un’altra storia, un nuovo modo di correre. Quando stai nel tempo che ti eri prefissata, passi il cancello orario con anticipo, arrivi volando e chiudi la stagione con gioia.
Il mio successo racconta che non solo i supereroi possono praticare questo sport. Che le donne, anche le più lontane dai monti, dalla preparazione atletica, dall’abitudine a questi terreni possono farlo, possono farcela. Ho deciso di portare la mia esperienza a qualsiasi donna voglia provare ad essere un po’ folle.
Il progetto di quest’anno, Donna4Skyrace (leggi l’articolo relativo) di Paola Rizzitelli, che ha portato più di 100 donne a gareggiare nella 10km di Limone sul Garda, è il nostro modo di comunicare e di coinvolgere.
Il consiglio è seguire la pagina Facebook, perchè dalla prossima stagione tanti piccoli gruppi in ogni regione di Italia inizieranno ad attivarsi per permettere a tutte noi di sognare, di condividere e di vivere in questo magico mondo.
Ph. Maurizio Torri Fabrizio Scalvinoni e Luca Bortolameotti