È passato un anno.
Era gennaio 2018 quando ho iniziato a completare 5km di fila senza fermarmi, e non immaginavo lontanamente di arrivare a correrne 24 nel mese di luglio.
È stato un anno pazzesco, pieno di fatica, di rincorse, di fiato corto, di mal di gambe, uh quanto mal di gambe!!! Un anno in cui ho raggiunto risultati impensabili, in cui ho completato gare incredibili, in cui ho dimostrato a me stessa e a chiunque si approccia a questo mondo per la prima volta, che la parola impossibile non esiste.
Il mio allenamento per il trail running nel 2018
L’allenamento dell’anno scorso era ovviamente calibrato sulle mie minime capacità, su una resistenza appena appena sufficiente per non scoppiare a metà gara, e su un paio di gambe che presentavano qualche deficit muscolare, soprattutto nel muscolo posteriore della coscia.
Uscivo 2 / 3 volte a settimana al massimo fino a giugno, per non stancare troppo un fisico non abituato alla corsa. Luglio e Agosto dedicati ai miei meravigliosi giri in montagna, settembre e ottobre le ultime gare, e poi, il famigerato scarico.
Ora. Quando un atleta è in scarico, vuol dire fondamentalmente che deve far riposare il fisico e la testa, per non arrivare cotto alla stagione successiva. Nel mio caso, dopo una settimana ero già in ansia e non vedevo l’ora di ricominciare.
Ho pensato così di potenziare i miei lati deboli, ovvero i muscoli della coscia posteriore, che ho imparato essere i bicipiti femorali, grazie all’allenamento funzionale, che mi ha reso più potente e più pronta ad affrontare la nuova stagione.
La mia nuova stagione di trail running e skyrunning
Già. La nuova stagione. L’anno scorso l’obbiettivo era passare i cancelli, finire la gara e non arrivare ultima. Quest’anno invece lavorerò sulla qualità, sul migliorare i miei tempi, sull’aumentare gradualmente distanze e dislivello.
L’allenamento è già iniziato, ed è cambiato parecchio. Questo primo mese è per fare il fondo.
Che non è sci di fondo, come si potrebbe pensare, ma fondo lento. Più km possibili fatti ad un ritmo lento, costante e regolare, per riprendere i movimenti e il fiato.
Da febbraio invece si inizia a lavorare seriamente, con ripetute e lavori fuori soglia, ovvero alzando al massimo la frequenza cardiaca.
L’obbiettivo finale è un sogno. Il mio sogno.
E io, quando sogno, lo faccio a casa mia. Sulle mie montagne, le Dolomiti di Brenta, e sui miei sentieri. Quest’anno mi allenerò per un percorso da 45km con un dislivello di quasi 3000mt, impegnativo e faticoso. Ma la meraviglia di correre a casa mi emoziona e mi carica.
Nel frattempo farò gare su asfalto e gare su sentieri e creste, come la scorsa stagione. E pian piano modificherò l’allenamento in base alle mie reazioni e agli impegni mensili.