Tanti sono i modi per interpretare la corsa. Condividendo il percorso con qualcuno, o solo con se stessi.
Non sempre la corsa è una questione individuale. A volte si vince o si perde insieme.
Per il secondo anno di fila la gara di apertura della mia stagione estiva è stata la Milano Relay Marathon.
Relay. Staffetta. Quattro persone. Quattro combattenti. Quattro amiche. Quattro frazioni da percorrere per completare una maratona. Una squadra.
Come vive le settimane precedenti un runner?
Immaginiamo la gara per settimane, abbiamo le tabelle e gli allenamenti da rispettare, mentalmente valutiamo la distanza che possiamo percorrere e il tempo che ci impiegheremo, stabiliamo obbiettivi e lavoriamo per arrivarci.
La mia Milano Relay Marathon 2019
Volevo dare il massimo alla mia squadra, avevo la frazione da 10km, volevo arrivare ad un nuovo record personale, volevo finalmente scendere sotto i tempi lunghi che odio tanto… avevo in mente tanti sogni…ma avevo fatto i conti senza l’oste.
Questa volta per me sarebbe stata difficile. Appena ho iniziato a prepararmi mi sono ammalata, influenza, otite, antibiotico, e addio allenamento. Ferma per troppo tempo, mi sono resa conto molto lucidamente che non sarei stata in grado di correre bene i 10km, così ho deciso di dedicarmi alla frazione più corta, per influire il meno possibile sul tempo totale. Credo che il potere di una squadra consista nel far emergere il meglio da ognuno dei componenti, come credo che per far emergere il potenziale della squadra ognuno dei componenti debba essere realista, umile e autocritico, e capire quale sia l’ambito dove può dare il meglio: si vince e si perde insieme.
In una staffetta solo modificando il proprio modo di intendere la corsa, da individuale a collettivo, si possono raggiungere grandi traguardi. Così ho sacrificato i miei obbiettivi iniziali adattandoli alla mia condizione e alla mia situazione.
E come è andata alla fine?
Il gran giorno della gara, il risultato è stato spettacolare.
Io son riuscita a tenere botta per i pochi km che mi spettavano, senza mollare un centimetro, e le altre supergirls hanno completato la magia.
Una maratona. Quanto è lunga una maratona? 42,125 km. E il braccialetto che portavamo li ha percorsi tutti, passando di mano in mano, con noi che arrivavamo sfinite al cambio, con la voglia, la speranza e l’ansia di ritrovare i visi conosciuti che ti chiamavano, e una mano amica che si allungava, brava bel lavoro… ora tocca a me! Allora allungavi la mano, consegnavi il prezioso chip, e finalmente mollavi. Non un secondo prima, al massimo un secondo dopo.
Oggi sono sul divano a raccontare le mie emozioni, con un ginocchio alzato e il ghiaccio sopra. Ma il cuore….il cuore è felice.
A volte si vince o si perde insieme.
Non sempre la corsa è una questione individuale.