Il 2020 è stato un anno particolare. Un anno che ci ha messo davanti a molte sfide, che ci ha costretti a rallentare, combattere e capire cosa è davvero importante per noi.
I mesi di quarantena sono stati difficili per tutti, chi più e chi meno. Io ho avuto la fortuna di vivere questa difficoltà con la consapevolezza che tutti i miei affetti stavano bene, ma sono stati comunque mesi difficili in cui ho potuto riflettere molto su me stessa, in cui ho dovuto reinventare la mia vita per non soccombere alla noia della clausura e alla paura di questo nuovo mostro chiamato Covid-19.
Reiventarsi e riscoprirsi
Chiusa nelle quattro mura di casa, come tutti gli italiani, mi sono dedicata ai piccoli lavori che si posticipano sempre, ma che sono necessari, e mi sono anche concentrata sulla cura di me stessa, sperimentando in cucina e trovando uno sport che potessi praticare entro le mura di casa. È così che mi sono avvicinata allo yoga.
Grazie l’app DownDog ho scoperto uno sport che, oltre ad apportare notevoli benefici a livello fisico, mi ha anche aiutata a sopportare quei giorni che sembravano interminabili, quelle mattinate in cui il mondo era più grigio del solito e la mancanza degli affetti iniziava a pesarmi. Così tra una nuova ricetta e l’ora quotidiana di yoga sono riuscita a superare la quarantena. Ciò che però mi ha aiutata davvero è stato pensare alla felicità che avrei provato una volta tornata in montagna.
Ritorno alla felicità
Quel giorno è arrivato il 20 giugno, quando sono andata in baita con degli amici. La baita è di proprietà di uno dei ragazzi, e si trova ai piedi del Monte Zerbion, in Valle d’Aosta. Oltre all’emozione di rivederli, c’era anche una gran voglia di tornare a una parvenza di normalità, quella in cui era ancora permesso fare festa senza distanze di sicurezza e mascherine pronte a coprire i sorrisi. In quella mattinata di risate, spensieratezza e vista delle montagne ritrovate, ho rimesso in play la mia vita, pronta a ripartire più carica di prima!
Il giorno successivo, ancora ansiosi di vivere quella libertà tanto agognata, siamo andati a fare una camminata al Lago Tzan, che si trova sopra Torgnon a 2478 mt. s.l.m. È stata una camminata difficoltosa per me: ero completamente fuori allenamento e i mesi di quasi sedentarietà completa si facevano sentire ad ogni passo, ma la voglia di arrivare al bivacco e riempirmi gli occhi della bellezza che solo la montagna può regalare erano più forti, e così dopo qualche ora ero seduta vicino al lago a godermi la soddisfazione di aver raggiunto la meta, la gioia di essere nuovamente in compagnia e la consapevolezza che, nonostante il 2020 abbia rovesciato le nostre vite, esistono ancora dei punti fermi e delle emozioni che niente e nessuno potrà mai toccare o distruggere.
Una volta a casa la stanchezza si è fatta sentire, ma per la prima volta da tanto tempo ero davvero contenta, e ho dormito sogni sereni, come se tutto ciò che era successo prima di quel momento fosse stato solo un incubo di una notte più lunga del solito.
Ed è così che è passata la mia estate, tra una camminata per ritrovare me stessa, serate che avevano più gusto, più bellezza e più valore, e il lavoro al bar che pian piano tornava quasi alla normalità, solo con qualche regola in più.
Ricominciare
Se ad oggi mi guardo indietro e analizzo i mesi passati, posso dire che il 2020 è stato l’anno delle riflessioni, delle lotte, dei cambiamenti e delle consapevolezze. Per poter sopravvivere ad un anno che nessuno scorderà mai suo malgrado, io mi sono prefissata degli obiettivi: ho lavorato su me stessa, sulla mia autostima, sul mio corpo, sulla mia laurea per riuscire a chiudere il percorso di studi a testa alta; ho cercato di accettare i cambiamenti che non potevo controllare e di adattarmi al meglio ad essi per poterne trarre qualcosa di positivo; sono arrivata alla consapevolezza che ci potranno essere sempre alti e bassi nella vita, ma che se si affrontano con coraggio e determinazione, si possono superare; che bisogna circondarsi di persone che trasformano una semplice grigliata in una giornata che porterai nel cuore, con le quali si passa del tempo di qualità, perché è proprio vero che i veri amici si possono contare sulla punta delle dita! E, infine, ho capito che trovare il proprio angolo di felicità al mondo fa la differenza, e il mio angolo di felicità sono le montagne. Ed è proprio in questo angolo che ho ricominciato davvero a respirare e a vivere, perché, come disse Nuti “ho capito che solo venendo in paradiso poteva tornarmi il sorriso”.
Io ricomincio da questo: da me stessa, dagli amici e dal mio paradiso.