Nata a Milano, ma di adozione valdostana, Federica Brignone è la stella alpina sul quale punta l’Italia. Esperta nel Gigante e nel super G riesce a destreggiarsi più che egregiamente anche nelle altre specialità. Entrata nella Nazionale nel 2006, oggi è più agguerrita e decisa che mai. In questa stagione ha in mente solo di fare centro (e punti) in ogni singola gara per riuscire ad arrivare almeno fra le prime dieci classificate nella Coppa del Mondo. Nello slalom gigante di Soelden, in Austria, ha, infatti, conquistato la sua prima vittoria nel circuito della World Cup, un primo posto nella specialità che all’Italia mancava da otto anni. Il suo segreto è aver capito che la sua vita è lo sci, anzi lo sport in generale, dal quale non riesce a scattarsi neanche durante una giornata al mare.
Venticinque anni e un palmares da urlo. La tua è una vita da campionessa. Come la vivi?
Benissimo. So di aver intrapreso la strada giusta, mi piace allenarmi e mi piace fare sport. Un’esperienza che mi rende una persona felice e fortunata.
Qual è la tua specialità?
Al momento sono il Gigante e il super G. Certo vorrei cimentarmi anche in altre specialità, ed effettivamente quest’anno ci sono riuscita, oltretutto ottenendo molti punti, ma per ora mi concentro su quella che è la mia forza.
A un anno e mezzo eri già sulla neve con tanto di sci attaccati? Ad anni di distanza non ti sei ancora stancata, anzi!
Sì, è vero. Ho indossato i primi sci quando ero molto piccola. Mio padre faceva il maestro e mia madre ha sempre praticato sport, vedendo loro non ho fatto fatica a buttarmi sulla neve.
Come e quando hai capito che “da grande” avresti voluto fare la sciatrice?
Più o meno subito, qualcosa dentro mi ha fatto capire che sciare era quello che avrei voluto fare. Ho iniziato seriamente ad allenarmi verso i 15 anni, ottenendo anche i primi risultati. All’inizio tutto è partito come un gioco, poi è diventata la mia vita. Tanto che ancora oggi non riesco a viverlo come un lavoro, se si tratta di andare sulla neve ad allenarmi per me resta divertimento… Il lavoro è altro, dover andare alle presentazioni, partecipare alle conferenze stampa, quello sì che è un impegno, perché mi costringe a stare lontana dalle piste!
Quante ore, giorni, settimane e mesi dedichi all’allenamento?
Sono sempre sotto allenamento! In squadra non abbiamo un orario fisso, il tempo può variare dalle due alle cinque ore al giorno, ma senza una costante. Mi alleno sempre. Se non sono sulle piste, corro o vado in bicicletta, perché per questo sport ci si deve impegnare, e tanto. Devi rinforzare tutto il corpo e con lui la mente, costantemente. Anche prima delle gare, in quel caso ti riscaldi, perché il muscolo deve essere pronto per scendere in pista. È uno sport molto più impegnativo di quello che si vede in televisione, non pensare che si riduca al “scendi una pista e tutto è fatto”. No, è un allenamento continuo e costante anche mentale, bisogna essere concentrati al cento per cento. Non a caso uso anche la visualizzazione, penso a un tracciato, alla velocità, alla tecnica di una curva. Insomma, non sto mai ferma.
Spesso sei in viaggio, come vivi il dover star lontana dalla tua casa, da quella che per molti è la quotidianità?
Sì e no. Da ottobre fino alle finali non sento nostalgia di casa, vista la fortuna che ho e il momento che sto vivendo preferisco trascorrere il tempo lontano dalla famiglia e soggiornare dove si svolgono le gare successive per essere sempre concentrata. Mentre d’estate è diverso. Benché non smetta mai di allenarmi, il mio tempo libero lo passo con gli amici, che poi sono anche casa. Questa è la mia quotidianità.
Amici di squadra, intendi?
No, sono amicizie che mi porto dietro da quando sono piccola, con i quali resto sempre in contatto, anche quando sto via per tanto tempo. Il non frequentarli costantemente non vuol dire che li senta meno vicini, con le cene, le serate e le uscite si recupera poi il tempo perso. Per esempio l’altro giorno, quando sono tornata a casa, sono stata a parlare con le mie amiche più care per cinque ore di fila. Tirando fuori dal cilindro gli argomenti arretrati.
Il successo ti ha cambiata?
No! E spero non lo faccia mai. Sono e rimarrò la ragazza di sempre, semplice, vicina ai propri luoghi, alla quale, quando può, piace divertirsi e uscire, magari indossando un paio di tacchi.
Viaggi molto per lavoro, lo si intuisce dal tuo sito pieno zeppo di luoghi incantevoli, dove hai lasciato il cuore?
Con il lavoro che svolgo ho avuto a fortuna di visitare dei posti splendidi, e se proprio dovessi scegliere andrei alla scoperta di una nazione che ancora mi manca: il Canada con i suoi rilievi. Mi piace l’Italia, mi piacciono le Alpi e le Dolomiti.
Ma, se dovessi dirti dove ho lasciato il cuore, in nessuno posto. Ho tutto nel luogo in cui vivo in Valle d’Aosta, a La Salle. Qui, a due passi ho il bosco e le montagne. Assaporo la natura, che amo. L’unico altro posto che non mi faccio mai mancare è la Sardegna, una volta all’anno trascorro una settimana nella casa dei nonni davanti a Tavolara.
Quindi nessun prossimo viaggio in programma?
Sì, in Sri Lanka a fare surf.
Neanche in vacanza stai ferma?
No, non riesco a stare sdraiata più di un giorno! Devo essere sempre in movimento.
Una sportiva al cento per cento, qualcosa che ancora vorresti provare?
Il kitesurf, provato, ma non approfondito.
Parlando di vacanze, e di lavoro, cosa non può mancare mai nella tua valigia?
L’e-book, mai senza un libro, adoro i gialli: anzi per chi non lo avesse letto consiglierei la Trilogía Millennium di Stieg Larsson o un libro di Jo Nesbø.
Il sogno più grande?
Vincere la Coppa del Mondo. E mi sto impegnando perché succeda, anche se so che è difficile, anche se non ci riuscirò, so che ce l’avrò mesa tutta per farcela. Perché sono contenta di averci provato.
Prossimi impegni?
Le gara di coppa del Mondo e il campionato italiano.
Dove possiamo seguire le tue imprese?
Sul mio sito Federica Brignone http://www.federicabrignone.com/
Nella pagina di Instagram https://www.instagram.com/federicabrignone/ e in quella di Facebook https://www.facebook.com/federica.brignone.3
Foto credit Pentaphoto