Canarie Playa Del Inglès, Maggio 2016. Una vacanza per festeggiare il mio compleanno. Relax, spiaggia, mangiate di pesce e paella abbasso la dieta. Nulla poteva rovinare queste piacevoli giornate come la decisione di fare una lezione di surf.
Nella mia testa pensando al surf mi immaginavo ragazze pazzesche con la chioma bionda scapigliata, pomeriggi passati in riva al mare con una tazza di caffè aspettando l’onda giusta. Ma io non sono così, perché di solito le scanso, difatti non sono mai andata tanto d’accordo con il mare.
La prima lezione di surf alle Canarie
La decisione era presa, sabato mattina ore 9:30 i ragazzi della Pro Surfing passavano a prendermi in hotel. Al loro arrivo mi avvisano che saremmo dovuti andare a 20 minuti da Playa Del Inglès, oggi qui non ci sono onde. L’isola di Gran Canarie conta circa 20 microclimi differenti, cosí in 20 minuti di macchina siamo passati dai 30 ai 22 grandi e a onde alte un metro.
Dopo i primi rudimenti di surf insegnati a riva, ci buttiamo in acqua. Sdraiata sulla tavola provo a nuotare per raggiungere il punto X con l’insegnante. Sento che sto andando bene, ma ho il dubbio che da riva io risulti ferma come una boa. Non demordo anche se nuotare con la tavola sotto di te è un’impresa epica, ma da brava #vertiger so che si tratta di una sfida interessante.
Vado seguo i consigli dell’insegnante, prendo l’onda e vado veloce verso la riva.. o meglio mi schianto a riva la tavola parte e vola sopra la mia testa. Mi supera e di soppiatto mi sega le gambe e ricado sulla spiaggia travolta dalle onde.
Il primo volo nel surf non si scorda mai
Ho sabbia dovunque, ho bevuto l’acqua dell’Oceano senza neanche un olivetta, un ombrellino e due arachidi di contorno, ho il moccolo al naso peggio di una bimba di due anni, gli occhi rossi che non stanno aperti per via della salsedine. Dove sono finite le fighe da paura delle copertine?
Non demordo, esco dall’acqua ci spiegano come salire sulla tavola da vera surfer power oh yeah e rientriamo in acqua. Questa volta con un nuovo insegnante che comprende il mio disagio e mi dice en español Tranquila.
Tranquila un par di balle, tesoro hai visto che mi sono schiantata tre volte sulla riva?
Mi spiega che per non schiantarmi a riva devo scendere dalla tavola prima di arrivarci, GRACIAS A STO CA…PPERO non potevano dirmelo prima? Risalgo e con rinnovata fiducia prova a superare una delle miei più grandi sfide: fare surf e fare pace con il mare.
A riva c’era anche un fotografo a documentare le prodezze del gruppo. Mi dico “evviva, sarò uscita figa pure io come le tipe dei cartelloni?” Invece niente, ho pagato 13,00€ per ricordarmi che la prima volta che si prova uno sport spesso si soffre, si fatica e spesso ti senti un’imbranata cronica senza speranze.
Non demordo riproverò a surfare, ma non presto
Eppure ho deciso che per fare pace con il mare dovrò risalire sulla tavola e provare nuovamente, con un’esperienza in più sulle spalle e magari delle onde più modeste. Stavo pensando di aggregarmi ad una delle prossime uscite dei ragazzi di Onderoad Surf, il collettivo milanese che di tanto in tanto organizza uscite di surf in Liguria. Questa volta sperando in una performance un po’ migliore.
Dopo questo racconto siete pronte a surfare anche voi tavola alla mano?