È una fregatura. Abitare in pianura intendo! A Milano poi…
Soprattutto se sogni di fare trail running. E siccome purtroppo ci sono condizioni per cui non si può trasferirsi solo per la voglia di correre in montagna, bisogna adattarsi.
Come fare trail anche in città?
Cercando percorsi sterrati (si, esistono, giuro!) e, seppur minimi, dei piccoli dislivelli.
Per il dislivello va bene tutto. Ponti in tangenziale, scalinate, piani di case, insomma la creatività comanda.
E poi le distanze. Si cerca di attraversare più parchi completi insieme, correndo da uno all’altro senza passare dalla tangenziale (sempre lei), e quando ci si riesce è come aver vinto una tappa del mondiale di orienteering. Oppure si scelgono i tratti urbani, quindi aperitivo in Garibaldi, passeggiatina al Duomo, pizza in zona Isola e dopocena sui navigli. Ma tutto di corsa e senza pause spritz.
Insomma. È una giungla. Di cemento.
Io dico sempre che vivo in mezzo ai grigi. Ma tocca appunto fare i conti con le proprie possibilità, quindi… di necessità virtù!!
A Nord Ovest di Milano, vicino allo stadio San Siro, ci sono tre parchi comunicanti, che permettono percorsi tra i 10 e i 15km, Parco di Trenno, Parco delle Cave e Bosco in Città. Io solitamente ricavo percorsi di 10-12 km piacevoli e lontani dal traffico.
Corro lentamente e in modo regolare, senza pause e senza variazioni di velocità e ritmo, per aumentare il fiato. Quando la resistenza inizia a migliorare aggiungo le ripetute, scatti di velocità che aiutano anche ad abbassare i battiti cardiaci.
Preferisco i terreni sterrati, per allenare la resistenza delle ginocchia e delle caviglie alla superficie dissestata che poi si trova in montagna. Anche le scarpe che utilizzo sono differenti: Salomon SpeedCross quando sono in montagna, Brooks Glycerin13 quando mi alleno in pianura.
Le Salomon sono scarpe specifiche da trail, segmento A4, per terreni dissestati e meno reattive delle Brooks, segmento A3, con un sistema chiamato DNA che riesce a modificare la sua reattività in base all’andatura: è un polimero creato da Brooks con cui è realizzata l’intersuola. Quando vai al massimo si indurisce per rispondere in modo più reattivo, mentre quando utilizzi ritmi più lenti ti ammortizza maggiormente.
Entrambi gli allenamenti, in pianura ed in montagna, ognuno a modo suo, collaborano per la riuscita del sogno.