Che ne dici andiamo ad arrampicare al Melloblocco?
Questi sono i messaggini che mi arrivano dalle amiche su WhatsApp. Così nudi e crudi senza neanche un ciao bella. E io da brava #vertiger che prova a fare l’impavida e ha scelto che non vuole più farsi sopraffare dalle sue paure, rispondo in 0,08 secondi: Sì CI SONO.
Oggi ti voglio parlare di come mi sono sentita a partecipare ad un festival di una disciplina che non conosco, il bouldering, e di come mi sono lanciata in un’arrampicata, per me, quasi impossibile.
La mia prima esperienza al Melloblocco: il festival di bouldering
Il Melloblocco è il festival più grande in Europa dedicato al bouldering (arrampicata su massi senza corde) e all’arrampicata. Ci trovi tutti i brand più importanti del settore ad accoglierti per farti provare le attrezzature e i nuovi prodotti, tanti appassionati, e soprattutto diverse pareti in cui cimentarsi.
Questa sarebbe stata la mia terza arrampicata di sempre, dopo una in falesia qualche anno fa e una in palestra. Niente di più, niente allenamenti specifici, pochissima conoscenza, ma la voglia di risalire in parete. Per festeggiare la terza giornata di arrampicata mi sono fiondata allo stand di Adidas Terrex, la linea del famoso marchio dedicata al mondo dell’outdoor per testare l’abbigliamento.
Sono partita dai leggings comodissimi, con protezione UV leggeri e traspiranti, poi con la t-shirt ultra traspirante, la giacchina morbida quasi impalpabile ma perfetta per proteggere dal vento fresco che ogni tanto tirava, e ovviamente le scarpe da avvicinamento: ero decisamente una Adidas Mountain Girl. Vestita così mi sentivo pronta per scalare qualunque cosa.
Ma quel momento di comfort estremo sarebbe finito presto: mancava poco e avrei indossato le scarpette da arrampicata. Comodissime quelle de La Sportiva con la pianta larga, ma quando non sei abituata è dura indossarle.
Come scegliere le scarpette da arrampicata >>>
Il momento di prepararsi per iniziare ad arrampicare
Arrivati alla parete la guardo, mi giro da Laura la mia amica, e la vedo un po’ preoccupata quando le dicono che è una parete 6b (ovvero un grado di difficoltà abbastanza elevato). Io impavida le dico: “ma di che ti preoccupi, ci salgo anche io, su su salire“. Lei ci pensa un attimo e poi si attrezza: imbrago, corde e moschettoni Petzl, e inizia la sua salita.
Leggi la storia di Laura al Melloblocco sul suo primo 6b >>>
Proprio come pensava era una parete complessa, ma la complessità non l’aveva di certo fermata. Vedere lei arrampicare mi faceva pensare che ce l’avrei potuta fare. Da sotto mi sembrava tutto sommato fattibile, vedevo tanti spazi dove mettere mani e piedi… da sotto.
Era il mio turno, Laura era scesa felice per aver fatto un 6b, ma ora toccava a me: indosso le scarpette, imbrago e caschetto Petz che non si sa mai. La guida si assicura che la corda sia a posto e si inizia a salire.
Tutti quegli spazi che vedevo da terra dove appoggiare mani e piedi, erano improvvisamente spariti. La parete si era rivelata per la sua difficoltà: un 6b. Da sotto le guide alpine e gli amici mi assistevano dicendomi dove attaccarmi e come fare. “Usa le gambe” mi gridava Tatiana. Una frase molto semplice, ma che in quel momento mi suonava come una formula chimica arcaica da decifrare. Ci provavo, puntavo i piedi dove mi dicevano, fissavo le dita in qualche pseudo spazio e mi tiravo su con le gambe.
Da attimi di gioia profonda, passavo a momenti di assoluto sconforto. Da sotto, la guida mi teneva la corda bella tesa così da togliermi un po’ di peso e mi incitava a continuare. Tutti mi incitavano a continuare ed è bellissimo sentirsi appoggiati da tante persone, anche quelle che hai conosciuto per la prima volta. Arrivata a circa 6 metri di altezza decido che era arrivato il momento di fermarsi. Le dita erano affaticate, gli avambracci incominciavano a diventare rigidi come il marmo di Carrara, e i piedi nelle scarpette chiedevano pietà.
Come scegliere le scarpette da arrampicata >>>
Tolgo le scarpette di corsa e assaporo questi 6 metri di arrampicata su una parete (per me) impossibile. Ripercorro le tappe, sento le mani che hanno lavorato, i piedi che ricominciano a muoversi, il vento che mi coccolava, la testa totalmente focalizzata su cosa fare e dove andare. Controllo lo smalto rosso che è rimasto impeccabile sulle unghie. Respiro forte l’aria di montagna e sento che ho fatto qualcosa di bello, indimenticabile, e che vorrei risalire immediatamente.
Questo è quello che succede quando decidi di fare una cosa nuova, assaporare quel momento di gloria e portarti a casa un carico di emozioni belle.
Melloblocco
ci vediamo il prossimo anno!
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