Non tutti i periodi della vita sono uguali.
Un individuo attraversa tanti mondi differenti, durante il suo cammino. Alcuni sono amichevoli, altri più ostili. In alcuni momenti riesci a vedere il sole anche attraverso la nebbia, in altri vedi la tempesta davanti ad un arcobaleno.
Ogni fase però porta un pacchetto di esperienze che vanno a costruire la nostra persona, e in un modo o nell’altro conducono a quello che è finalmente il giusto sentiero, la giusta direzione.
Io amo gli sport che faccio, e come non riesco a stare senza sci in inverno, non riesco a stare senza rocce e sentieri in estate.
Come nasce una skyrunner dilettante
Ci ho messo anni, per realizzare queste passioni. Sono passata attraverso innumerevoli esperienze sportive, delusioni, cambi di rotta, periodi di tristezza e ansia, dove stare seduta sul divano senza fare nulla mi sembrava l’unico modo per non rovinare quel pezzetto di vita che mi rimaneva.
Quattro anni fa sono passata dalla sensazione di avere tutto nella vita, a quella di non avere niente. Ed è da lì, che sono ripartita. Sono nata per la seconda volta. Ed è iniziata la mia seconda vita. Pesavo poco, molto poco. Troppo poco. Per cui anche fare un metro di corsa era uno sforzo insopportabile. Sono caduta innumerevoli volte, ma ogni volta mi sono rialzata. Mi sono rinforzata, mese dopo mese, anno dopo anno. Avevo poche certezze nella vita: mio figlio e la montagna.
Ho iniziato a vivere ed amare la montagna attraverso i suoi sport. Gli sci, l’arrampicata, e la corsa. Non me ne riusciva mezzo, ma non mi importava. Ero di nuovo viva, ed era l’unica cosa che contasse. Dopo un 2017 esplosivo, in cui ho fatto conoscenza con il mondo delle gare, ho iniziato a pensare di volerci provare più seriamente. Dal 2018 ho iniziato ad allenarmi in modo costante, serio e sensato. Ho voluto trovare una strada che mi consentisse un allenamento che amo, perché ho imparato che l’importante, quando si ha una passione, è non smettere mai di divertirsi.
Ho incontrato lo skyrunning. Solo il nome sa di libertà.
È la corsa nel cielo, la corsa sulle alte cime. La montagna, l’arrampicata e la corsa. Il contesto ed i talenti necessari. Il mio mondo e gli sport che pratico. Questo è il cammino. Arrancare in salita (parecchio) e volare in discesa, superare rocce, cordini e catene con la stessa gioia con cui scalo una via di arrampicata.
Sono partita dalle gare di kilometro verticale (Vertical race, dislivelli elevati per pochi km, percorsi quasi verticali appunto), per tentare un obbiettivo tanto folle quanto ambizioso: allungare il chilometraggio ed aumentare il dislivello, per tentare finalmente delle vere, seppur semplici, skyrace (dislivelli elevati per lunghezze maggiori, quelle che affronterò io saranno intorno ai 20km).
Parteciperò infatti al circuito La Sportiva Mountain Cup, che raduna 6 skyrace di breve lunghezza (intorno ai 20km) ma dai panorami mozzafiato.
Come è cambiato il mio allenamento?
Preparare una vertical race è relativamente più semplice, soprattutto per chi ha problemi di tempo. Le distanze sono minime, l’allenamento lungo è di 8 kilometri, 10 al massimo. L’allenamento in montagna conta, ma non è indispensabile.
Preparare una skyrace invece richiede impegno. Non è un impegno impossibile, ma è un impegno difficilmente gestibile dal punto di vista mentale. In fondo basta un allenamento lungo a settimana, possibilmente in montagna, e un paio di allenamenti cittadini sulle andature, magari allungando un po’ il chilometraggio.
La parte difficile è abituare la testa che il tempo che si sta in gara è molto più lungo. Sono 4 ore di sentieri, sassi, rocce, salite che tolgono il fiato e discese spaccagambe. E’ un lungo cammino dentro se stessi, dove si misurano i propri limiti, e si tenta di superarli.
La parte migliore dell’allenamento sono proprio i giri in montagna. Ogni weekend, che ci sia sole, pioggia, o vento, io parto per stare in giro almeno 3 ore, e completare una distanza tra i 14 e i 20km. Il dislivello è sempre sopra i 1000 metri. Scelgo il percorso durante la settimana, con la stessa emozione con cui si organizza una vacanza. Mi informo sulle condizioni della neve, sulla temperatura, sul meteo. Ho un minizainetto Dynafit dove riesco a portare il minimo indispensabile, per cui è importante organizzarsi bene per il tempo che si starà in giro. Fontanelle per riempire la borraccia, eventuali rifugi per le tappe, sono per me elementi fondamentali del percorso. Una maglia di ricambio, una giacca antivento/antipioggia, i gel e la borraccia sono il mio equipaggiamento standard.
Quali sono gli obbiettivi e i sogni di una neofita?
È una nuova sfida con me stessa, e l’obbiettivo è finire entro i tempi limite stabiliti per ogni gara, rimanendo quindi in classifica. Con almeno 3 gare portate a casa, si è “finisher” del circuito, ovvero, si è arrivati nei tempi stabiliti. Il mio obbiettivo è completare 4 gare. Non ho la certezza di farcela, ma ho la grinta per provarci. Non mi spaventa la fatica, né il fallimento, perché so che in ogni caso vedrò posti meravigliosi, e sfiderò le mie gambe e i miei polmoni, spingendomi verso nuove avventure, e vivendo appieno la mia nuova vita.