19 agosto 2018. Sapevo che questa sarebbe stata una prova importante. Non potevo sbagliare. Una gara di Skyrunning di 18 km per 1000 e passa metri di salita. Si corre finché si riesce, si cammina sui sassi e le salite ripide, si affrontano le creste e il fango, e si ammira il panorama dalla cima. Non conoscevo la Val Camonica, mi è piaciuta tanto. Un altro pezzetto di montagne con cui riempirmi il cuore.
La mia gara. S. Fermo Trail 2018.
Il sabato ho accompagnato il mio bimbo al suo primo mini Trail, sempre gara di corsa in montagna ma ridotta per i bimbi. 7km per 500 metri di salita, io l’ho fatta piano, come un allenamento pregara, lui invece l’ha fatta forte, fino ad arrivare al traguardo senza mollare di un metro. E ha fatto un gran risultato. E mi ha staccato per bene. Ho avuto paura di aver esagerato, di aver compromesso la mia gara. Ed infatti il giorno dopo sul pezzo finale ammetto la mia stanchezza, andavo piano, troppo piano.
Erano già passate 3h 57m. Mancavano ancora troppi metri, non ce la potevo fare entro le 4 ore. E io correvo appunto a ritmo lento e regolare, come so andare dopo 18km e più ore di gara. Pazienza era andata bene lo stesso, mezz’ora prima del tempo limite e avevo gente dietro.
Poi da dietro l’angolo spunta un musino: dai mammaaaaa!! Dai che recuperi! Mi prende per mano e corre a perdifiato. Supero 2 persone e taglio il traguardo:3h 59m. Per un minuto, ce l’ho fatta. Grazie amore mio.
L’ultima grande emozione dopo un sentiero meraviglioso, un tifo da stadio per tutto il percorso anche per noi fanalini di coda, tanti ristori e altrettanti sorrisi, e un weekend che vale qualsiasi fatica.
Perché è stato così speciale?
Per la prima volta ho fatto la gara da sola. La scopa è sempre stata dietro, non l’ho mai vista. E ho così aggiunto la bellezza di trovare il sentiero, seguire le bandierine, senza una persona che mi dicesse “la strada è quella”. No, la strada trovala tu, tieni acceso il cervello, guarda il panorama, goditi il cammino.
Ogni prova che affronto, è un passo avanti. Ogni volta, un piccolo miglioramento. E l’obbiettivo 2018 è sempre più vicino. Chiudere tre gare nei tempi limite. Questa volta son stata dentro per più di mezz’ora.
La prossima è l’ultima prova del circuito. Difficile, tecnica, per veri skyrunner. Io non lo sono ancora, ma voglio e posso dimostrare a tutti che anche il percorso più complicato è corribile. È possibile grazie alla passione, al cuore, alla testa, che è sempre un passo avanti e ci porta a superare i nostri limiti uno dopo l’altro, che abbatte i muri ed elimina le barriere della paura, del “non ci riesco”, del “non sono all’altezza”. Non importa quanto forte tu sia, importa quanto tu sia felice mentre lo fai.
La frase più bella al secondo ristoro, dopo un duro pezzo di salita, e io in coda al gruppo, una ragazza mi dà l’acqua e mi dice “tu sei troppo bella, non puoi anche correre veloce!”
Abbiamo riso forte, e ho pensato che la bellezza era quel sorriso magico che mi si disegna sul viso quando faccio quello che amo e che mi dà gioia.
Supererò i miei limiti, continuerò ad allenarmi, arriverò in mezzo alla classifica. Ma per adesso mi basta finire la terza gara e essere premiata come finisher di circuito. E allora taglierò un traguardo speciale, immenso, molto più grande. Avrò superato il mio limite, la mia difficoltà negli sport di resistenza, avrò svoltato me stessa, se non nelle quotidianità pratiche, perché non posso, almeno nell’anima delle mie passioni.
Ph. Credits Paolo Sandrini e Alice Russolo