La traduzione dall’inglese di downhill in italiano sarebbe giù dalla collina e solo a sentirlo si scatena in noi un turbinio di pensieri. Da Homer Simpson che cade rovinosamente da una rupe ad una tranquilla passeggiata in collina tra spighe di grano e vestitini a fiori. Invece il downhill è ben altro.
Il Downhill (DH) è una disciplina gravity che si svolge completamente in discese preparate su pendii anche molto ripidi e con ostacoli naturali o artificiali, come salti, gradoni e sezioni sconnesse di rocce e radici. È una delle discipline che rientrano nell’ambito gravity, facendo affidamento alla forza di gravità per la propulsione.
Rocce, radici, gradoni, salti, ostacoli, ma siamo sicuri che sia uno sport da donne? Viene praticato principalmente dagli uomini, ma molte sono le donne che si stanno avvicinando come Daniela 29 anni di Aosta che abbiamo intervistato per voi.
Daniela pratica downhill dal 2011 lo stesso anno in cui si è laureata in Psicologia, specializzandosi in Psicologia Criminale e Investigativa presso l’Università degli Studi di Torino. Non una laurea da poco, mi sa che Daniela è una ragazza davvero tosta, ma chiediamolo a lei.
Scendere giù da una montagna con una bici: ma cosa ti ha ispirato ad iniziare downhill?
Il mio ex fidanzato praticava e pratica tuttora questa disciplina e mi ha spinta a provare. Da allora, nonostante le numerose cadute e lividi semi permanenti, mi sono appassionata ed ho cominciato con l’acquistare la mia prima bici e con l’andare sempre più frequentemente divertendomi e migliorando le mie prestazioni. Attualmente “giro” con un gruppo di “local” valdostani, quasi tutti uomini.
Quali difficoltà hai incontrato o incontri nel praticare downhill?
Il Downhill di per sé non è propriamente uno sport femminile, quindi le difficoltà non mancano. Inoltre è uno sport che difficilmente può essere praticato in solitaria, quindi necessita di una buona organizzazione.
La bici da downhill ha un telaio molto robusto, manubrio molto largo per un maggior controllo e sospensioni anteriore e posteriore fino a 250 millimetri e oltre; ha freni a disco di dimensioni dai 140 ai 203 mm. Ha gomme molto larghe che raggiungono i 2,50 cm. I copertoni possono variare in base al terreno e agli agenti atmosferici, quindi è di fondamentale importanza utilizzare sia la mescola che le camere d’aria adatte.
Per queste e molte altre ragioni, per quanto mi riguarda, le difficoltà maggiori le incontro nella manutenzione, nel trasporto e nell’impegno a gestire una bici di quasi 18 kg di peso in discese anche piuttosto impegnative e tecniche.
Quali sono i vocaboli che bisogna conoscere per fare downhill?
I termini sono piuttosto tecnici. È necessario conoscere come minimo i fondamenti della componentistica della mountain bike: forcella, ammortizzatore posteriore, rise del manubrio, come funziona il cambio, cos’è un tendi catena, cos’è un movimento centrale, come dosare la potenza dei freni, ecc…
Cosa consigli a chi vorrebbe iniziare a praticarlo?
Per cominciare è possibile noleggiare una bici negli appositi negozi (negozi di bici specializzati, bike park) per prendere confidenza con il particolare tipo di mezzo e la difficoltà dei terreni. È inoltre fortemente consigliato essere accompagnati, almeno le prime volte, da persone che hanno esperienza con lo sport e i tracciati.
Personalmente ho alle spalle un cospicuo numero di amici che praticano questa disciplina da anni, anche a livelli agonistici e che continuamente mi aiutano e mi sostengono spronandomi a superare i miei limiti.
Recentemente alcuni di loro hanno messo in piedi un’associazione sportiva chiamata Three Seasons con lo scopo di organizzare eventi e bike shuttle in giro per la Valle d’Aosta per dare la possibilità a esperti e principianti di conoscere e apprezzare i nostri sentieri e questo sport.
Invece cosa consigli a chi già lo pratica?
Consiglio a chi già pratica questo sport di allargare i propri orizzonti anche a discipline affini, quali, ad esempio, l’enduro che pratico da qualche mese e che, anche se faticoso, può dare enormi soddisfazioni.
Consiglio ovviamente di venire a “girare” in Valle d’Aosta per scoprire gli innumerevoli sentieri e divertirsi in nostra compagnia.
Dove si può praticare in Italia?
Basta una collina se si è attrezzati di furgoni e carrelli, in alternativa esistono diversi impianti di risalita aperti tutto l’anno. I posti più rinomati sono: Pila, La Thuile, Cervinia (Valle D’Aosta), Caldirola, Prali, Sestriere, Bardonecchia (Piemonte), Canazei, Fai della Paganella (Trentino), Madesimo (Lombardia), Sestola (Emilia Romagna), Abetone (Toscana), Finale Ligure (Liguria), per citarne alcuni.
Puoi svelarci qualcosa dei tuoi progetti futuri?
Avendo cominciato “tardi” non mi sento di partecipare a competizioni a livello nazionale come la Coppa Italia, magari qualcuna a livello amatoriale, giusto per divertirmi.
Continuerò a “girare” con i miei amici scoprendo e costruendo sentieri nuovi in Valle d’Aosta e in Italia.
Sicuramente tra i miei progetti c’è quello di allenarmi con l’enduro, cosa che faccio anche aiutandomi con la corsa e la palestra facendo in particolare una disciplina chiamata Insanity. Si tratta di un sistema di allenamento aerobico e muscolare articolato su un mix di esercizi diversi per i quali ci si serve esclusivamente del proprio corpo, potenziando i muscoli e nel contempo allenando il sistema cardiovascolare. Gli esercizi sono eseguiti ad una velocità folle, con ripetizioni brevi e rapidissime e pochissimo recupero tra una serie e l’altra. Questo consente di bruciare moltissime calorie e allo stesso tempo di lavorare sulla tonificazione e sulla definizione muscolare. Oltre che sulla resistenza, s’intende.
Se volessimo seguire le tue avventure dove possiamo trovarti?
Riesco a praticare questa disciplina soprattutto grazie ai miei amici di Three Seasons.
Potete anche seguirmi sulla pagina Facebook oppure su Instagram di Three Seasons . Troverete anche i contatti e le modalità per potervi avvicinare a questa adrenalinica disciplina.