Non è facile cogliere l’evoluzione della Ginnastica Ritmica dagli anni ’60 ad oggi perché in un arco di tempo non molto ampio si è assistito in parte a cambiamenti graduali, dovuti alla maggior consapevolezza del proprio corpo e dei limiti che può superare, altri cambiamenti sono stati invece repentini, legati spesso a qualche nuova figura emergente nel panorama delle atlete.
Come già anticipato nel precedente articolo la Federazione Internazione di Ginnastica introduce ufficialmente le competizioni di Ginnastica Ritmica nel 1963 con i Campionati Mondiali di Budapest: la gara era per sole individualiste, che presentavano un esercizio al corpo libero ed uno con l’attrezzo. Parteciparono in totale 28 ginnaste provenienti da 10 nazioni e la vincitrice assoluta fu la sovietica Ludmila Savinkova. La stessa Savinkova sarà anche la prima Campionessa del Mondo a squadre nel 1967 a Copenaghen, dove venne introdotta la competizione per gruppi con l’esercizio alle 6 palle. L’Unione Sovietica raccoglieva un bacino di atlete numeroso, in quegli anni si sfidavano sulla pedana (che in realtà venne introdotta molto più tardi) atlete plurimedagliate come Galima Shugurova, Elena Karpukhina e Irina Deriugina, nomi che fecero grande la ginnastica da atlete ma ancor più da allenatrici.
Concorrente diretta ed agguerritissima dell’Unione Sovietica è la Bulgaria, un altro paese dove le grandi tradizioni della danza hanno portato alla nascita di una rinomata scuola di ginnastica: ginnaste come Maria Gigova, Neshka Robeva e Kristina Ghiurova crearono la storia e il futuro della ginnastica, grandi campionesse che da allenatrici hanno portato la ginnastica ritmica a nuovi livelli. Sarà proprio Neshka Robeva ad allenare nel suo club, il Levski di Sofia quel gruppo di ragazze che negli anni ’80 sarà conosciuto come le Golden Girls della Bulgaria: Iliana Raeva, Anelia Ralenkova, Lilia Ignatova, Bianka Panova, Adriana Dunavska, Diliana Georgieva e Elizabeth Koleva, raccogliendo oltre 200 medaglie in 20 anni.
Il debutto della Ginnastica Ritmica nell’olimpo degli sport è stato a lungo agognato ed arriverà finalmente nel 1984 alle Olimpiadi di Los Angeles, debuttando con il concorso individuale su quattro attrezzi, mentre le squadre dovranno attendere ancora un decennio fino ad Atlanta 1996.
Grandi assenti a Los Angeles i paesi dell’Est Europa che boicottarono i Giochi per motivazioni politiche e la prima medaglia olimpica, contro ogni pronostico, fu assegnata alla canadese Lori Fung. Presente anche l’Italia con due delle sue migliori ginnaste: Cristina Cimino e Giulia Staccioli, quest’ultima pluricampionessa italiana, finalista ai Campionati Europei e Mondiali, terminò la sua carriera dopo la seconda partecipazione olimpica a Los Angeles nel 1988 (vinti dalla sovietica Marina Lobatch). Dopodiché iniziò la sua avventura nel mondo della danza e del teatro, ma questa è tutta un’altra, bellissima, storia che vi racconterà Valentina nei suoi racconti sui Kataklò.
L’evoluzione di questo primo ventennio di ginnastica è data soprattutto dal graduale distaccamento dalla danza classica: se i primi esercizi ricordavano molto il balletto, sia nella scelta musicale che nei movimenti morbidi ed eleganti, evidenziati anche dall’utilizzo dell’attrezzo (oltre a quelli utilizzati ancora oggi era molto in voga l’esercizio accompagnato da uno o due veli) senza una ricerca esasperata di scioltezza e spettacolarità, si passerà nel tempo a sperimentare ritmi più moderni e veloci (ma sempre accompagnati da uno strumento, piano o violino di solito), a raffinare i movimenti del corpo e dell’attrezzo ed anche il fisico delle ginnaste inizia pian piano ad assottigliarsi per meglio adeguarsi ad un’attività ormai ad altissimi livelli di agonismo.
Hai già letto l’articolo precedent esulla Storia della Ritmica La ginnastica ritmica arriva dagli egizi o dai greci??